Bottos 1848

GRAMIGNA: QUANDO E DOVE SI POSSONO RIDURRE I COSTI DI GESTIONE DEL PRATO

Nel “lontano” 2018 Bottos fece uscire un articolo dal titolo “La gramigna: coltivarla o combatterla?” Certamente si fu profetici (o forse semplicemente, con un po’ di presunzione, professionisti) e si anticiparono concetti e situazioni che puntualmente si sono avverati. Si formulava un tentativo di formazione di coscienza critica attraverso 7 semplici domande (certamente non esaustive) che qui di seguito riportiamo:

  1. L’area verde viene utilizzata tutto l’anno o solamente in determinati periodi di tempo con particolare riguardo verso quelli estivi?
  2. L’eventuale infestazione presente di gramigna nel prato è già superiore al 30% dell’intera superficie o risulta più contenuta?
  3. Esiste l’impianto d’irrigazione nel giardino?
  4. Quante sono le zone d’ombra nel prato?
  5. E questa è maggiormente presente durante le ore della mattina (elemento peggiorativo) o del pomeriggio?
  6. Il substrato di coltivazione è prettamente argilloso o mediamente sabbioso? (condizione ultima che facilità l’ingresso e l’invasione della gramigna)
  7. I rigori invernali possono facilmente presentare temperature sotto gli 0°C? (gramigna in dormienza) I periodi e le stagioni dove le temperature dell’aria sono sotto i 10°C sono duraturi e prolungati? (sotto questa temperatura la gramigna blocca il proprio sviluppo vegetativo)

In base alle risposte a queste sollecitazioni/provocazioni si poteva arrivare ad una definizione di pensiero più corretta e formata. GRAMIGNA della proposta ZOLLAVERDE MACRO appartiene alla specie Cynodon dactylon e, più in generale, alla grande famiglia delle macroterme.

Nella più totale umiltà, Bottos ha fatto suo questo semplice concetto: la Natura ha selezionato e sviluppato i più svariati ecotipi (biodiversità) per poter permettere la vita sul pianeta Terra in ogni singola remota zona ed areale, anche quelli più impervi e difficili. Ecco quindi la risposta alla domanda iniziale sul Cynodon dactylon. La gramigna semplicemente non è né un “demonio” o un flagello inviatoci per punizione divina, ma nemmeno la panacea e soluzione di tutti i mali. La gramigna è uno strumento che la natura ci ha fornito per superare determinate condizioni e per ottenere specifici risultati.

Lo studio e la formulazione di GRAMIGNA nascono e rispondono proprio al quesito propostoci. GRAMIGNA ama il sole e le alte temperature (bene).
GRAMIGNA non sopporta l’ombra (male).
GRAMIGNA è perfetta in climi e situazioni aride e con poca acqua (bene).
GRAMIGNA diventa gialla durante i periodi freddi (male).
GRAMIGNA si autopropaga facilmente mediante stoloni e rizomi (bene).
GRAMIGNA predilige terreni soffici e ben areati (situazione non sempre possibile).

Sono semplici e piccoli esempi che ci vogliono indicare la necessaria consapevolezza di chi sceglie GRAMIGNA. Perché quando si sceglie GRAMIGNA è poi difficile tornare indietro. GRAMIGNA è particolarmente vocata per impiego in giardini ornamentali e ricreazionali (parchi), con bassi livelli di budget a disposizione, con difficoltà di reperibilità idrica e con la certezza di avere comunque il prato giallo e dormiente per 4-5 mesi/anno (situazione generica).

Vogliamo essere molto chiari nell’esposizione: GRAMIGNA non è la sostituzione di MACISTE. GRAMIGNA è un complemento di MACISTE per aree e decisioni specifiche. Essendo una specie macroterma il suo periodo di semina è tardo primaverile-estivo. Durante la prima fase d’insediamento è bene fornire tutte le cure necessarie per una semina “tradizionale” e ridurre le attenzioni e gli interventi dopo un mese circa dal suo insediamento.

GRAMIGNA è presente in svariati tagli (0,5, 1, 5 e 25 kg) per rispondere a tutte le esigenze degli appassionati del prato, da chi gestisce giardini di piccole dimensioni a chi deve pensare alla pubblica utilità e mantenere, curare, progettare parchi.