Perché i tappeti erbosi vengono abitualmente coltivati?
I differenti metodi di coltivazione, tra cui carotatura, chiodatura, slicing (taglio verticale del substrato), sciabolatura (taglio verticale del terreno in profondità) e iniezione di acqua ad alta pressione, sono usati per rimediare a superfici compattate, per aiutare a superare il problema della mancanza di drenaggio e aiutare a gestire il feltro.
Il calpestio delle persone e il traffico veicolare causano lo schiacciamento e la compattazione del suolo, specialmente su terreni a tessitura fine (argillosi) che si traducono in ristagni idrici superficiali e mancato deflusso delle acque in eccesso. La compattazione riduce l’accesso all’acqua, ai nutrienti e all’ossigeno necessari per la crescita delle piante. L’eccessiva costipazione rende inoltre difficile l’aggiunta di coadiuvanti come ammendanti e fertilizzanti che dovrebbero invece raggiungere la zona radicale.
Le strategie per ridurre la compattazione del suolo, migliorare il drenaggio superficiale e riattivare lo scambio gassoso per una maggiore crescita delle radici, includono:
- limitazione del traffico veicolare o utilizzo di speciali pneumatici
- evitare l’uso della superficie di gioco od ornamentale quando i terreni sono saturi
- mancata irrigazione da 24 a 48 ore prima di una partita o di un evento importante
- riduzione dei carichi d’uso
- non aerare o coltivare il terreno quando il tappeto erboso è sotto stress o quando il terreno è troppo umido (per evitare di distruggere la struttura del terreno) o ancora quando il terreno è troppo asciutto (per non danneggiare le radici dello stesso)

La carotatura consiste nel creare dei buchi nel substrato di coltura con fustelle cave che rimuovono un nucleo di terreno, lasciando un piccolo foro che consente un migliore movimento dell’acqua e dell’aria nella zona radicale. Il fertilizzante e gli ammendanti possono così raggiungere più facilmente la zona ipogea, coadiuvando alla formazione di un sistema di radici più ampio e profondo.
Le carote di terreno prodotte possono essere raccolte e sostituite con materiale più leggero (tipo sabbia/terriccio) o lasciate asciugare in superficie, sminuzzate e quindi ridistribuite. Le fustelle possono essere posizionate a varia distanza e possono avere generalmente un diametro compreso tra 6 e 16-18 mm e penetrare nel terreno per una profondità media di 5-15 cm. Occorre tenere presente che le dimensioni e la spaziatura delle fustelle influenzano l’area di impatto. Ad esempio: elementi di diametro di 8 mm distanziati 5 cm tra di loro incideranno solo sul 5% della superficie, mentre le fustelle da 16 mm distanziate 5 cm avranno un impatto del 15% sull’area. Idealmente, ogni carotatura dovrebbe “colpire” almeno il 10% della superficie del tappeto erboso, pari a circa 100-150 fori/m2.
Se il substrato lo consente, per operare un risparmio sui costi, le porzioni di terreno rimosse (carote), come già detto, possono rimanere sulla superficie, lasciandole asciugare e quindi distribuendole sminuzzate ed arieggiate mediante l’impiego di reti a maglie snodabili leggere e non distruttive nei confronti dell’erba. Questo processo attua un mescolamento del terreno con parti organiche ricche di attività microbica in modo che i microrganismi possano iniziare a decomporre il feltro e le parti organiche in eccesso.
L’operazione di carotatura diventa un buono e preciso momento per applicare fertilizzanti secondo le più svariate necessità.

Chiodature con punte piene disturbano indubbiamente meno la superficie del terreno rispetto alle carotature, ma corrono il rischio di un compattamento del fondo e dei lati dei fori se il terreno non è in tempera. Questa pratica risulta efficace su aree fortemente compattate, specialmente quando si desidera semplicemente migliorare l’aerazione del suolo senza alcuna correzione della biofertilità e della riduzione delle parti organiche in eventuale eccesso.
E concludiamo la breve parentesi sulla carotatura fornendo alcune brevi considerazioni su alcuni parametri operativi.
Periodo: la carotatura dei tappeti erbosi è indubbiamente un processo dirompente. Necessita perciò di un periodo di recupero di circa 3-4 settimane per garantire un recupero perfetto della superficie di gioco o estetica. E’ quindi determinante eseguirla nei momenti d’intensa crescita vegetativa e di sviluppo radicale. Tendenzialmente la carotatura in estate dovrebbe essere evitata a causa della potenziale eccessiva essiccazione del suolo e della diffusione delle malattie.
Umidità del suolo: come già accennato, occorre evitare di effettuare la coltivazione quando i terreni compattati sono troppo asciutti. Ciò può aumentare l’usura della macchina operatrice e limitare drasticamente l’efficacia dell’aerazione rendendo troppo superficiale l’ingresso delle fustelle. Tuttavia è necessario anche evitare la carotatura quando il terreno è troppo umido in quanto si andrebbe ad aumentare la costipazione del suolo (anziché, invece, diminuirla).
Feltro: l’eccesso di sostanza organica indecomposta si trova spesso in associazione con la compattazione del suolo a causa delle condizioni del terreno sfavorevoli per l’attività microbica. In caso di forte sviluppo di feltro, è bene perciò rimuovere qualsiasi suo eccesso mediante un verticutting (arieggiatura) preventivo e successivamente asportare le carote senza ridistribuirle sul terreno.