“Essere o non essere, questo è il dilemma: se sia più nobile…”
(cfr. Shakespeare, L’Amleto).
La traduzione del capolavoro shakesperiano nel gergo dei giardinieri è: la gramigna è una malerba e come tale da combattere oppure è un’essenza da tappeto erboso?
Noi non siamo in grado di assegnare una risposta univoca e riteniamo che non sia nemmeno possibile darla.
Cerchiamo di fornire alcuni spunti per verificare come comportarsi nei confronti di questa essenza e scegliere così le strategie manutentive da adottare.
La gramigna o Cynodon dactylon per le varietà da seme o ancora Bermudagrass per le cultivar a propagazione vegetativa, è un’essenza macroterma a spiccato sviluppo estivo, caratterizzata dalla forte capacità di aggressione, recupero e colonizzazione dell’area attraverso l’emissione di stoloni e rizomi. Non sopporta il freddo e nemmeno l’ombra. E’ molto tollerante nei confronti del calpestio e resiste bene verso le principali patologie dei tappeti erbosi. E’ sensibile allo Spring Dead spot (Ophiosphorella korreae) ed agli attacchi d’insetti. Resiste molto bene alla siccità ed al caldo, è “ghiotta” d’Azoto e ha una crescita vegetativa in altezza contenuta. Va in dormienza invernale perdendo completamente il colore.
Secondo noi le discriminanti per scegliere se coltivare o combattere la gramigna sono davvero multiple e svariate. Proviamo ad elencarne alcune:ù
- L’area verde viene utilizzata tutto l’anno o solamente in determinati periodi con particolare riguardo verso quelli estivi?
- L’eventuale infestazione presente di gramigna è già superiore al 30% dell’intera superficie o risulta più contenuta?
- Esiste l’impianto d’irrigazione nel giardino?
- Quante sono le zone d’ombra nel prato? E questa è maggiormente presente durante le ore della mattina (elemento peggiorativo) o del pomeriggio?
- Il substrato di coltivazione è prettamente argilloso o mediamente sabbioso? (condizione ultima che facilità l’ingresso e l’invasione della gramigna)
- I rigori invernali possono facilmente presentare temperature sotto gli 0°C? (gramigna in dormienza)
- I periodi e le stagioni dove le temperature dell’aria sono sotto i 10°C sono duraturi e prolungati? (sotto questa temperatura la gramigna blocca il proprio sviluppo vegetativo)
Ci sarebbero ancora molte altre domande da porsi (intensità di manutenzione, frequenza di calpestio, qualità dell’acqua d’irrigazione, volontà di trasemine autunnali o meno, ecc.) per avere più elementi possibili nella scelta e definire che cosa s’intenda fare.
Questo breve scritto vuole “semplicemente” provocarci, porci dei dubbi e spingerci verso le più ragionevoli risposte.
Ognuno di noi può controbattere brevemente alle questioni sopra esposte e, di conseguenza, indirizzare la propria scelta manutentiva.
Ultimamente, soprattutto in ambito sportivo, sta sempre più prendendo piede la volontà d’inserimento del Cynodon o della Bermuda al fine di fornire una matrice solida e robusta per il calpestio, seguito da costanti trasemine a base soprattutto di Lolium perenne durante i periodi autunno-invernali.
Certamente questo schema può essere ripetuto anche in un giardino ornamentale (ricordiamoci sempre però dell’ombra!), ma ovviamente le voci di costo della gestione aumentano.
Certamente la gramigna può invece essere combattuta in quanto avente un comportamento e una presenza da erba infestante che rovina l’uniformità del prato (con oltretutto le decolorazioni invernali). In questo caso si può ricorrere a pratiche agronomiche, all’estirpazione manuale e/o (ove permesso) all’impiego di specifici diserbanti autorizzati selettivi.
E certamente la gramigna può anche coabitare in miscele e situazioni specifiche (Royal Sea) ove venga richiesta la presenza contemporanea di micro e macroterme (ad esempio aree a fortissimo calpestio come campeggi o superfici a parcheggio).
La gramigna semplicemente non è né un “demonio” o un flagello inviatoci per punizione divina, ma nemmeno la panacea e soluzione di tutti i mali.
La gramigna è uno strumento che la natura ci ha fornito per superare determinate condizioni e per ottenere specifici risultati.
Bottos ha fatto frutto di questo insegnamento e ha costruito delle miscele per le differenti necessità. E’ presente anche una varietà selezionata e migliorata, a nome Royal Bengal, interessantissima per diversi scopi e esigenze.
Per questo Bottos e tutti i suoi collaboratori (rete distributrice) rimangono a disposizione per studi, confronti e verifiche al fine di trovare la giusta risposta per ogni situazione.